Enoturismo

Puglia medievale: un tour nel borgo di Acaya

By 24 Febbraio 2022 Aprile 14th, 2022 No Comments

A soli 12 km da Lecce e a un passo dalla costa adriatica salentina si trova uno dei borghi più caratteristici del Salento: si tratta di Acaya, un piccolissimo agglomerato urbano cinto da mura.

Questo centro sembra perso in tempi lontani e rappresenta una delle più belle cittadelle fortificate rinascimentali di tutto il Sud Italia.

La storia del borgo di Acaya

Acaya è una piccola frazione di Vernole e la sua lunga storia inizia nel XII secolo. Dopo aver fatto parte della grande Contea di Lecce, passa nelle mani di molti feudatari fino ad arrivare a Carlo II d’Angiò.

Quest’ultimo donò l’allora Sengine a Gervasio dell’Acaya: fu questi a donare per primo al borgo il nuovo nome di Acaya.

Il nome venne ufficializzato poi solo nel 1535 dall’ingegnere militare Gian Giacomo dell’Acaya, che nello stesso tempo dotò l’abitato e il suo castello di bastioni, fossato e baluardi.

Alla morte di Gian Giacomo inizia il periodo di decadenza per Acaya, con gli ottomani che nel 1714 la conquistano e la rasero al suolo.

Solo con i Vernazza il borgo rinasce, mostrandosi oggi in tutta la sua bellezza.

Il simbolo di Acaya è il suo Castello, risalente al XVI secolo e naturale sbocco di quella cinta muraria costruita in pietra leccese.

Il castello di Acaya

Il Castello di Acaya si presenta con una forma a quadrilatero, completato da un bastione a punta di diamante e due torri circolari.

Oltrepassando poi l’ingresso rinascimentale si entra in un mondo antico, fatto di saloni, carceri e una grande scuderia.

Le stanze nobiliari poste al secondo piano si raggiungono tramite una scala esterna e tra queste merita una menzione particolare la Sala Ennagonale, perimetrata dalle effigi dei coniugi Alfonso e Maria dell’Acaya.

Recenti scavi hanno portato alla luce, proprio nel cuore del Castello di Acaya, una chiesa bizantina e un prezioso affresco risalente almeno al ‘300.

Architettura e arte nel borgo di Acaya

Per visitare il piccolissimo borgo di Acaya bisogna superare la Porta Terra, costruita nella prima metà del ‘500 in pietra leccese e sormontata dalla statua del protettore Sant’Oronzo.

Su questo portale si possono scorgere gli emblemi non solo degli Acaya, ma anche dei Vernazza e dei De Monti, senza contare lo stemma imperiale di Carlo V.

La chiesa di Acaya risale al XVI secolo ed è dedicata a Santa Maria della Neve: la facciata ottocentesca è più recente rispetto agli interni, dai quali traspare l’evidente stilo tardo-romanico.

Del nucleo originario della chiesa restano l’abside e la Torre Campanaria che svetta alle spalle della chiesa: anch’essa reca i segni della ristrutturazione avviata da Gian Giacomo dell’Acaya.

Altrettanto incantevole è la piccola Cappella di San Paolo risalente al 1750 e legata al fenomeno del tarantismo salentino.

Qui le donne morse dalle tarantole cercavano la guarigione a colpi di acqua benedetta, preghiere e balli frenetici che oggi sono diventati parte del patrimonio culturale di questa terra.

La Riserva Naturale Le Cesine a due passi da Acaya

Dopo una giornata alla scoperta di Acaya, si consiglia di raggiungere la vicinissima Riserva Naturale Le Cesine.

Questa oasi, gestita dal WWF, è nata nel 1978 e custodisce al suo interno diversi tipi di paesaggi, dalle dune sabbiose alla macchia mediterranea fino alle pinete e a due stagni (Pantano Grande e Salapi).

La Riserva sorge proprio lungo le rotte migratorie e non a caso è il luogo perfetto da visitare per gli appassionati di fotografia naturalistica o del birdwatching, vista la quantità di uccelli che in vari periodi dell’anno popolano l’intera riserva.

 

Per una vacanza alla scoperta dei percorsi enoturistici del Salento? Contattaci per vivere un’esperienza autentica al Leone de Castris Wine Hotel.

Leave a Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.